"solo quando un muscolo agisce con una potenza sempre maggiore, cioè contro una resistenza che sia superiore a quella cui si era assuefatto in precedenza-mantenendo inalterata l'unità di tempo di lavoro-la sua sezione trasversale ha bisogno di aumentare.Se invece la prestazione del muscolo viene aumentata facendolo lavorare contro la medesima resistenza di prima, ma per un periodo di tempo più lungo, non è necessario nessun aumento della sostanza contrattile."
In pratica: se in un programma di lavoro per esempio sollevo il bilanciere mantenendo inalterato il ritmo esecutivo cioè un sollevamento ogni due secondi, e il numero di reps, e aumento progressivamente l'entità del peso, allora otterrò come risultato un aumento della sezione trasversale del muscolo; se invece mantengo inalterato il peso e il ritmo di esecuzione, ma aumento progressivamente il numero delle ripetizioni, non otterrò necessariamente un incremento del volume muscolare.Ma se a questo ultima circostanza ovvero mantenendo inalterato il peso e il numero di reps, viene incrementato il ritmo esecutivo o cadenza esecutiva, allora questo stimolo sarà utile all'incremento dell'ipertrofia.
Potremmo anche contraddire questa teoria, infatti la contrazione isometrica è uguale a potenza zero, ma tuttavia provoca un aumento della forza e un aumento del volume muscolare.
Ma per rispondere occorre riconoscere che la contrazione muscolare, dal punto di vista biochimico, è unica e diventa statica o dinamica soltanto in relazione alla resistenza che le si contrappone.
L'aumento del volume muscolare, e per aumento del carico e per aumento del ritmo esecutivo, va ricercata dal fatto che si attivano e agiscono contemporaneamente un numero maggiore di unità motorie, le quali spesso rimangono inattive a causa di stimoli di livello medio-basso.