Teoria del cedimento:
E' mia opinione analizzare meglio il "cedimento"a seconda dell'utilizzo di carichi massimali e di carichi submassimali.
Questa distinzione, potrebbe permettere di ottenere dati più obbiettivi circa la prevalenza della qualità delle fibre componenti la muscolatura sollecitata:
1) panca orizzontale una prova con carico quasi-massimale 92%-95%
Di questa prova, calcolo il tempo di esecuzione complessivo della serie e il numero di reps.
2) panca orizzontale con carichi submassimali: due prove, la prima con l'80% di 1Rm, calcolando il totale delle reps e tempo di esecuzione, la seconda prova con il 70% di 1Rm, anche qui calcolando il totale delle reps e il tempo di esecuzione complessivo
Nel primo caso trascrivo l'entità del carico del cedimento e il tempo della serie.
Uguale procedimento per il secondo caso all' 80% e al 70% di 1Rm.
I tre valori realizzati, indubbiamente rispecchiano un'Intensità Assoluta di Forza, ma nel secondo e terzo caso si osserva meglio la Quantità di forza.
Nel primo caso, potremmo dire che la valutazione è altamente Qualitativa.
Nei due casi successivi, la valutazione è altamente Quantitativa.
In entrambi i casi l'atleta concorre psicologicamente al "fallimento", ed è per questo che deve essere mentalmente preparato.
E' il particolare caso in cui l'atleta sa di fallire l'alzata, sia quando utilizza il carico quasi- massimale, sia quando impiega i carichi submassimali.
L'aspetto metodologico, presuppone la registrazione di 3 dati interessanti per stabilire, empiricamente, la distribuzione della tipologia delle fibre muscolari del distretto muscolare sottoposto a controllo, posseduto dall'atleta:
1) relativamente allo sforzo quasi-massimale, quindi Intensità Massima--------> fibre bianche FTb-FTc: Rapide/glicolitiche e IIc indifferenziate, inclassificate, intermedie,convertibili
2) relativamente allo sforzo sub-massimale----------> fibre bianche FTa- FOG: rapide-ossidative-glicolitiche
Potremmo così ottenere dei valori completamente differenti tra atleti dello stesso peso e, soprattutto, da atleti con massimali simili.
Questo è utile, per personalizzare al meglio la struttura di allenamento.
Un atleta con elevata "resistenza" allo sforzo submassimale, ma scarsa attitudine allo sforzo quasi-massimale, avrà caratteristiche differenti da un atleta con scarsa resistenza allo sforzo submassimale ma con elevata capacità allo sforzo quasi-massimale.
Un trainer accorto, lavorerà su questi aspetti primari percorrendo due vie:
1) sviluppo massimo dell'anello più forte
2) sviluppo adeguato dell'anello più debole.