Se in palestra osservo come gli atleti sollevano i bilancieri, non troverò molte differenze.
Ragionando sulla tecnica, posso intravedere sfumature che variano per aspetti biomeccanici, di personalizzazione tecnica.
Certamente il ritmo e la velocità di sollevamento dipenderà dalla quantità del carico smosso, ma in definitiva non ragionerò che in termini di "apparenze", non posso comprendere la natura dei metodi utilizzati e non ho parametri certi relativi all'autentico impegno muscolare.
Una cosa però che non dovrebbe sfuggire agli occhi di un tecnico, è il grado di impegno profuso alla singola ripetizione, ovvero l'attacco per una singola ripetizione.
Il livello di energia di attacco per singola ripetizione dimostra, in termini biochimici, il Grado di Impulso Iniziale di forza.
Questo impegno di durata volutamente breve, la cui applicazione è individuabile nei sollevamenti nella parte di inversione del movimento, è la traduzione di quanto avviene biochimicamente, l'impulso iniziale di forza si correla alla quota percentuale di sole fibre veloci.
Il G.I.I tradotto in allenamento prevede la ripetizione sistematica di ripetizioni singole.
Ogni singola ripetizione, deve essere calibrata in modo tale da essere condotta rispettando una fase di inversione percettibilmente accelerativa del movimento del bilanciere.
L'esercizio quindi si organizza con un carico individuale, non generalizzato, in cui il bilanciere viene sollevato con il minimo rallentamento concentrico. In atleti allenati un carico del 65%-75% rappresenta un buon compromesso.
La ripetizione singola un volta completata, prevede il riposizionamento del bilanciere sugli appoggi, l'atleta rimane sulla panca (oppure staziona in prossimità del bilanciere in caso di squat o stacco), recupera da 15" fino a 1 minuto per resintetizzare i substrati energetici.
In questo scenario, l'occhio del trainer valuta il timing esecutivo, fino a cronometrare la durata complessiva della singola.
Il lavoro continua per una decina di ripetizioni intervallate, o almeno fino a quando l'atleta non ne rallenta l'esecuzione.
Ogni singola ripetizione deve essere condotta con impegno volitivo massimale. L'impulso accelerante deve coinvolgere profondamente la componente nervosa del sistema, questo aspetto è il cuore del sistema.
In una fase più evoluta l'esercizio si arricchisce, a questo si aggiungerà l'eccentrica leggermente velocizzata.
Il ritmo di discesa del bilanciere (percentuali utilizzate sempre attorno al 70%) è volutamente velocizzato ma attentamente controllato.
In tale circostanza questo nuovo elemento accresce l'intensità complessiva del ciclo tensione-rilassamento muscolare, rendendo più efficace la coordinazione intramuscolare e allenando la componente elastica del muscolo.
Per un atleta evoluto con esperienza alle spalle, un tipico allenamento G.I.I con Eccentrica Veloce si articolerà in questo modo:
5 ripetizioni G.I.I. come spiegato sopra
reset di 2minuti
5 ripetizioni G.I.I. con Eccentrica Veloce
Ragionando sulla tecnica, posso intravedere sfumature che variano per aspetti biomeccanici, di personalizzazione tecnica.
Certamente il ritmo e la velocità di sollevamento dipenderà dalla quantità del carico smosso, ma in definitiva non ragionerò che in termini di "apparenze", non posso comprendere la natura dei metodi utilizzati e non ho parametri certi relativi all'autentico impegno muscolare.
Una cosa però che non dovrebbe sfuggire agli occhi di un tecnico, è il grado di impegno profuso alla singola ripetizione, ovvero l'attacco per una singola ripetizione.
Il livello di energia di attacco per singola ripetizione dimostra, in termini biochimici, il Grado di Impulso Iniziale di forza.
Questo impegno di durata volutamente breve, la cui applicazione è individuabile nei sollevamenti nella parte di inversione del movimento, è la traduzione di quanto avviene biochimicamente, l'impulso iniziale di forza si correla alla quota percentuale di sole fibre veloci.
Il G.I.I tradotto in allenamento prevede la ripetizione sistematica di ripetizioni singole.
Ogni singola ripetizione, deve essere calibrata in modo tale da essere condotta rispettando una fase di inversione percettibilmente accelerativa del movimento del bilanciere.
L'esercizio quindi si organizza con un carico individuale, non generalizzato, in cui il bilanciere viene sollevato con il minimo rallentamento concentrico. In atleti allenati un carico del 65%-75% rappresenta un buon compromesso.
La ripetizione singola un volta completata, prevede il riposizionamento del bilanciere sugli appoggi, l'atleta rimane sulla panca (oppure staziona in prossimità del bilanciere in caso di squat o stacco), recupera da 15" fino a 1 minuto per resintetizzare i substrati energetici.
In questo scenario, l'occhio del trainer valuta il timing esecutivo, fino a cronometrare la durata complessiva della singola.
Il lavoro continua per una decina di ripetizioni intervallate, o almeno fino a quando l'atleta non ne rallenta l'esecuzione.
Ogni singola ripetizione deve essere condotta con impegno volitivo massimale. L'impulso accelerante deve coinvolgere profondamente la componente nervosa del sistema, questo aspetto è il cuore del sistema.
In una fase più evoluta l'esercizio si arricchisce, a questo si aggiungerà l'eccentrica leggermente velocizzata.
Il ritmo di discesa del bilanciere (percentuali utilizzate sempre attorno al 70%) è volutamente velocizzato ma attentamente controllato.
In tale circostanza questo nuovo elemento accresce l'intensità complessiva del ciclo tensione-rilassamento muscolare, rendendo più efficace la coordinazione intramuscolare e allenando la componente elastica del muscolo.
Per un atleta evoluto con esperienza alle spalle, un tipico allenamento G.I.I con Eccentrica Veloce si articolerà in questo modo:
5 ripetizioni G.I.I. come spiegato sopra
reset di 2minuti
5 ripetizioni G.I.I. con Eccentrica Veloce