Esposta per sommi capi la teoria delle associazioni alimentari dice che bisogna evitare associazioni (appunto) di cibi che avendo una struttura differente, necessitano di tempi digestivi diversi. Ecco alcuni esempio di corrette associazioni:
Proteine di diversa provenienza Ogni tipo di proteina necessita di particolari enzimi che vengono attivati in particolari condizioni di acidità. Assumendo proteine di diversa natura (ad esempio carne e formaggio, uova e carne, uova e formaggio, ecc.) si rallenta la digestione di entrambe. Particolarmente deleteria l’associazione di carne e latticini: la caseina del latte tende ad inglobare le proteine della carne rendendola indigeribile e dando luogo a fenomeni putrefattivi.
Zuccheri e amidi o zuccheri e proteine. Le proteine e gli amidi vengono digeriti nello stomaco, mentre gli zuccheri semplici vengono digeriti nell’intestino. Se assunti insieme, gli zuccheri permangono nello stomaco il tempo necessario a smaltire gli amidi o le proteine, dando luogo a fermentazioni che ostacolano a loro volta la digestione di amidi e proteine.
Quindi è bene limitare l’abitudine del dolce a fine pasto.
Vino o birra e amidi. Il vino e la birra sono sostanze che aumentano l’acidità e quindi rallentano la digestione degli amidi, che necessitano di un ambiente alcalino. È bene quindi limitare l’assunzione di queste bevande ai pasti prevalentemente proteici, soprattutto quelli a base di carne e pesce.
Grassi cotti con alimenti proteici. I grassi sono gli alimenti più difficoltosi da digerire e quindi quelli che rallentano maggiormente la digestione degli altri nutrienti. La quantità totale di grassi in una dieta equilibrata (cioè con una % di grassi non superiore al 40%) è automaticamente limitata grazie al vincolo del sovrappeso. I grassi cotti, contenuti nei fritti, nelle carni grasse cotte, ma anche negli alimenti alla cui base c’è un soffritto, rallentano la digestione più di quelli crudi e quando associati a proteine ne determinano una lunga permanenza nell’intestino favorendone la putrefazione.
Nei pasti a base di sole proteine e grassi cotti è bene aggiungere molta verdura cruda, per limitare i danni causati dalla putrefazione delle proteine.
Proteine con amidi. Quando si ingerisce la carne c’è una precoce secrezione di succo fortemente acido nello stomaco che provoca un’inefficienza nella digestione degli amidi. Se a questa regola associamo quella che consiglia di evitare zuccheri e amidi, non si può più associare carboidrati e proteine e la dieta diventa dissociata.
Volendo ottimizzare al massimo la digestione, bisognerebbe evitare di associare carboidrati e proteine
Frutta con amidi e proteine. La frutta contiene acidi e quindi interferisce con la digestione degli amidi. Inoltre, la frutta contiene zuccheri e questi non vanno bene insieme alle proteine.
Alimenti acidi con amidi o proteine. Cibi e bevande acide e cioè aceto, limone, succhi di frutta, frutta acida (mele, pere, agrumi), bevande zuccherate e acidule, non andrebbero assunti con gli amidi poiché questi hanno bisogno di un ambiente alcalino; ma nemmeno con le proteine perché inibiscono la secrezione acida.
Naturalmente ogni modello alimentare ha le sue pecche e questo non è da meno. Infatti l’errore della teoria delle combinazioni alimentari è quello di considerare l’evento nutrizionale fondamentalmente imperniato sul momento della digestione e di individuare associazioni corrette o scorrette sulla base del livello di digeribilità che le varie combinazioni esprimono.
Questo modo di considerare il problema è semplicistico poiché le implicazioni della nutrizione non riguardano solo la digestione, la digeribilità costituisce solo un parametro parziale.
Da solo offre una visione insufficiente per valutare un pasto che potrebbe quindi essere facilmente digeribile, ma sbilanciato nutrizionalmente o viceversa. Affinché il processo metabolico possa avvenire nei migliore dei modi è necessario che l’organismo disponga dei vari principi nutritivi e questo non è possibile consumando un unico alimento per pasto. Combinare i cibi è quindi una necessità.
Così come viene proposta la teoria delle combinazioni alimentari è pressoché impraticabile, però è utile conoscere quali sono le associazioni errate che comunemente commettiamo a tavola così da evitarli il più
(fonte: vivailfitness e cibo360)
Proteine di diversa provenienza Ogni tipo di proteina necessita di particolari enzimi che vengono attivati in particolari condizioni di acidità. Assumendo proteine di diversa natura (ad esempio carne e formaggio, uova e carne, uova e formaggio, ecc.) si rallenta la digestione di entrambe. Particolarmente deleteria l’associazione di carne e latticini: la caseina del latte tende ad inglobare le proteine della carne rendendola indigeribile e dando luogo a fenomeni putrefattivi.
Zuccheri e amidi o zuccheri e proteine. Le proteine e gli amidi vengono digeriti nello stomaco, mentre gli zuccheri semplici vengono digeriti nell’intestino. Se assunti insieme, gli zuccheri permangono nello stomaco il tempo necessario a smaltire gli amidi o le proteine, dando luogo a fermentazioni che ostacolano a loro volta la digestione di amidi e proteine.
Quindi è bene limitare l’abitudine del dolce a fine pasto.
Vino o birra e amidi. Il vino e la birra sono sostanze che aumentano l’acidità e quindi rallentano la digestione degli amidi, che necessitano di un ambiente alcalino. È bene quindi limitare l’assunzione di queste bevande ai pasti prevalentemente proteici, soprattutto quelli a base di carne e pesce.
Grassi cotti con alimenti proteici. I grassi sono gli alimenti più difficoltosi da digerire e quindi quelli che rallentano maggiormente la digestione degli altri nutrienti. La quantità totale di grassi in una dieta equilibrata (cioè con una % di grassi non superiore al 40%) è automaticamente limitata grazie al vincolo del sovrappeso. I grassi cotti, contenuti nei fritti, nelle carni grasse cotte, ma anche negli alimenti alla cui base c’è un soffritto, rallentano la digestione più di quelli crudi e quando associati a proteine ne determinano una lunga permanenza nell’intestino favorendone la putrefazione.
Nei pasti a base di sole proteine e grassi cotti è bene aggiungere molta verdura cruda, per limitare i danni causati dalla putrefazione delle proteine.
Proteine con amidi. Quando si ingerisce la carne c’è una precoce secrezione di succo fortemente acido nello stomaco che provoca un’inefficienza nella digestione degli amidi. Se a questa regola associamo quella che consiglia di evitare zuccheri e amidi, non si può più associare carboidrati e proteine e la dieta diventa dissociata.
Volendo ottimizzare al massimo la digestione, bisognerebbe evitare di associare carboidrati e proteine
Frutta con amidi e proteine. La frutta contiene acidi e quindi interferisce con la digestione degli amidi. Inoltre, la frutta contiene zuccheri e questi non vanno bene insieme alle proteine.
Alimenti acidi con amidi o proteine. Cibi e bevande acide e cioè aceto, limone, succhi di frutta, frutta acida (mele, pere, agrumi), bevande zuccherate e acidule, non andrebbero assunti con gli amidi poiché questi hanno bisogno di un ambiente alcalino; ma nemmeno con le proteine perché inibiscono la secrezione acida.
Naturalmente ogni modello alimentare ha le sue pecche e questo non è da meno. Infatti l’errore della teoria delle combinazioni alimentari è quello di considerare l’evento nutrizionale fondamentalmente imperniato sul momento della digestione e di individuare associazioni corrette o scorrette sulla base del livello di digeribilità che le varie combinazioni esprimono.
Questo modo di considerare il problema è semplicistico poiché le implicazioni della nutrizione non riguardano solo la digestione, la digeribilità costituisce solo un parametro parziale.
Da solo offre una visione insufficiente per valutare un pasto che potrebbe quindi essere facilmente digeribile, ma sbilanciato nutrizionalmente o viceversa. Affinché il processo metabolico possa avvenire nei migliore dei modi è necessario che l’organismo disponga dei vari principi nutritivi e questo non è possibile consumando un unico alimento per pasto. Combinare i cibi è quindi una necessità.
Così come viene proposta la teoria delle combinazioni alimentari è pressoché impraticabile, però è utile conoscere quali sono le associazioni errate che comunemente commettiamo a tavola così da evitarli il più
(fonte: vivailfitness e cibo360)
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