IL BICIPITE
– COME FUNZIONA -
Nel mondo della palestra ci sono esattamente due precise domande per determinare il livello di un’atleta, la prima è: quando fai di panca? La seconda: quanto hai di braccio?
Dopo i tricipiti ho voluto cercare di complicare l’argomento “bicipiti”, e devo ammettere che rendere l’argomento complicato non è stato per niente difficile dato che il bicipite, nonostante l’apparenza, è molto più complicato del suo antagonista già trattato.
Esso infatti non lavora da solo, come il tricipite, ma è in stretto collegamento con tutti i muscoli dell’avambraccio e a seconda della posizione del polso, il lavoro si trasferisce dal bicipite all’avambraccio.
Per prima cosa, analizziamo i bicipiti ed i muscoli ad essi connessi:
BICIPITE: Il bicipite è formato dall’unione di due capi: il capo lungo, che origina dalla tuberosità sovraglenoidea scapolare e il capo breve, che origina dall'apice del processo coracoideo della scapola (coracoide).
Il bicipite culmina nella parte finale dell’omero in un grosso tendine che va ad inserirsi alla tuberosità del radio dove si avvolge a spirale.
Il bicipite è un muscolo biarticolare e la sua funzione è, dunque, molto più compelssa di quella che si potrebbe credere normalmente.
A seconda dell’articolazione che si prende in esame i capi del bicipite hanno funzioni differenti:
Sull'articolazione della spalla, il capo lungo (insieme con il sovraspinato ed il deltoide) abduce il braccio, mentre il capo breve lo adduce. La contrazione contemporanea dei due capi, lo solleva in sinergia col deltoide.
Sull'articolazione del gomito, il bicipite flette l'avambraccio sul braccio e lo supina.
Detto ciò arriviamo a questa conclusione, che analizzeremo più avanti: la posizione del braccio rispetto all'articolazione della spalla determina quale sarà il capo del bicipite che sosterrà il maggior carico di lavoro.
BRACHIALE & CORACO BRACHIALE: Si tratta di due muscoli sottostanti i bicipiti. Il primo è il più forte muscolo flessore dell'avambraccio e origina da sotto l'inserzione del deltoide. Flette l'avambraccio sul braccio e lo ruota lateralmente e medialmente. Il secondo Agisce soltanto sull'articolazione della spalla, adducendo il braccio e ruotandolo medialmente.
BRACHIORADIALE: Uno dei principali muscoli dell’avambraccio, ruota il radio ed è in grado, a gomito flesso, di svolgere movimenti sia di pronazione che di supinazione.
Il bicipite è una leva di terzo tipo, ciò significa che la potenza è situata tra la resistenza e il fulcro ed in quanto muscolo da carico, le sue fibre sono in prevalenza rosse.
Le funzioni del bicipite in tutto sono 4:
1)Flessione dell’avambraccio rispetto al bicipite
2)Supinazione dell’avambraccio
3)Leggera extrarotazione del braccio
4)Sollevamento del braccio rispetto alla spalla
GLI ESERCIZI
Come detto prima, la posizione del braccio rispetto all'articolazione della spalla determina quale sarà il capo del bicipite che sosterrà il maggior carico di lavoro.
In totale vi sono 3 posizioni in cui si può trovare il braccio:
Il primo caso vede il braccio inclinato dietro rispetto alla scapola, come nei curl su inclinata. E’ in questo caso che si ha il massimo allungamento, soprattutto se si ha la mano in posizione supina (palmo rivolto in avanti).
Il secondo caso si ha quando il braccio è parallelo alla scapola (dunque, braccia lungo i fianchi), in questo caso entrambi i capi sono ugualmente sollecitati e stirati.
Il terzo ed ultimo caso si ottiene con il braccio davanti alla scapola (curl di concentrazione), l’allungamento dei muscoli è scarso in quanto l’articolazione della spalla è bloccata e la maggior parte dello sforzo è situato nella parte vicina al gomito.
Se dunque il tricipite vede il suo massimo allungamento (e dunque massima attivazione) con il braccio davanti al corpo e ancor di più con il braccio in alto, per i bicipiti capita il contrario: più il braccio è in basso/all’indietro, più i capi del bicipite vengono attivati. Come è giusto che funzioni con due muscoli antagonisti quali tricipite e bicipite.
LA POSIZIONE DELLE MANI
Partiamo con l’analizzare i curl a presa inversa, quindi i classici curl che vengono considerati per gli avambracci.
Durante l’esecuzione di questo movimento vengono pesantemente coinvolti tutti i muscoli dell’avambraccio ed il brachiale, situato, come detto prima, sotto il bicipite.
Nei curl a martello (quindi presa neutra, con pollice verso l’alto) si stimola pesantemente il muscolo brachioradiale, il muscolo più forte dell’avambraccio, ed entrambi i capi del bicipite, con maggiore enfasi sul capo lungo (esterno).
Nei curl più classici invece (mani verso l’alto) vengono stimolati in eguale misura entrambi i capi del bicipite. Per enfatizzare in modo efficace la stimolazione del capo breve, durante la salita si dovrebbe enfatizzare l’intrarotazione del braccio. Per fare ciò è sufficiente, man mano che si flette l’avambraccio, portare il mignolo il più possibile verso la spalla. Una tecnica per potenziare al massimo il capo breve, se ne si ha la possibilità, è di utilizzare manubri componibili mettendo più peso dal lato del mignolo, in modo che durante l’intrarotazione vi sia più peso dal lato che si cerca di ruotare.
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